jueves, 19 de enero de 2012

Palabra de guerrillero ( en italiano), Javier Heraud (trad. Antonio Porta)


Parola di guerrigliero
 Javier Heraud

Perchè la mia patria è bella
come una spada nell'aria
e più grande ora e di nuovo
e più bella ancora,
io parlo e la difendo
con la mia vita.
Non m'importa quel che dicono
i traditori
abbiamo chiuso il passaggio
con grosse lacrime
d'acciaio.
Il cielo è nostro.
Nostro il pane quotidiano,
abbiamo seminato e raccolto
il grano e la terra,
sono nostri
e per sempre ci
appartengono
il mare,
le montagne
e gli uccelli.

(traduzione di Antonio Porta) 
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Ci promisero la felicità 
 Javier Heraud

Ci promisero la felicità
e finora non ci hanno dato nulla.
Perchè innalzare promesse se
nell'ora della pioggia non
avremo che il sole e il grano morto ?

Perchè raccogliere e raccogliere se
poi ci toglieranno il mais,
il grano, i fiori e la frutta ?
Per avere un po' di riposo non
vogliamo aspettare le promesse e
le suppliche:
Dovremo arrivare alla nascita
stessa della strada, rifare tutto,
a passi lenti ritornare spargendo
piogge sui campi,
seminando grano con le mani,
raccogliendo pesci con le nostre
bocche interminabili.
Di niente vogliamo approfittare,
oh allegria!
Sarebbe stato meglio naufragare
e non arrivare,
perchè adesso dobbiamo tutto
farlo con le mani:
costruire parole come
tronchi, non supplicare né
gemere, ma finire,
concludere a bastonate con la terra morta.

(traduzione di Antonio Porta)
 Javier Heraud, poeta guerrigliero peruviano  ucciso a 21 anni, nel 1963, sul rio Madre de Dios al confine tra Bolivia e Peru' appartiene alla stirpe di Bolívar e del Che Guevara. La sua limpida voce giovanile (cantore della vita, profeta della sua morte, leggenda viva nel suo Perú),  il suo sarcasmo antiborghese e le sue parabole alimentano ancora oggi una letteratura americana che cerca la propria identita'.
     Allora, negli anni Sessanta, la parola d'ordine era chiara: stare a favore o contro i popoli oppressi. In quegli anni duri, ricchi e senza tregua, le crisi di coscienza, le definizioni ideologiche ed estetiche erano numerose, i temi si modificavano in un  vivo ( e non sempre cosciente)  proposito di mettere radici in America Latina.
       La personalita' di Javier Heraud  si sviluppo' in una grande  creativita'. Testimone di un mondo ingiusto e  distrutto dalla confusione,  alza la sua voce impregnata  d'amore e purezza verso tutto cio' che lo circonda: amici, mare, fiumi, natura, patria, continente. Umanita'  e  contemplazione. Anche se  presto '' seppe che la vita e' solitudine tra gli uomini e solitudine tra le valli ". Se non si puo' cambiare la vita, se la vita non e' incontro, riunione, almeno che si dica che questa e' un' ingiustizia, o  che —almeno— possiamo fare nostre le parole di  Javier:

"No deseo la victoria ni la muerte,
no deseo la derrota ni la vida,
sólo deseo el árbol y su sombra,
la vida con su muerte"
       Essere quello che uno e', se stesso. Questo e'  tutto. 








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